Silvoterapia: la scienza della foresta

Con l’arrivo della bella stagione siamo sempre più invogliati ad uscire di casa a goderci la calura primaverile, ma invece di stare in città tra il cemento la cosa migliore è avventurarsi in mezzo al verde. Le foreste ed i parchi ci offrono molta energia e possono ristorarci dall’affaticamento dell’inverno passato. Ma esiste una vera e propria terapia che affonda le sue radici nell’antichità, che insegna a sfruttare a pieno le energie positive degli alberi.

La silvoterapia (dal latino silva che significa bosco) è un’antichissima arte celtica che aiuta a ritrovare l’equilibrio sfruttando l’energia positiva delle piante. Le origini di questa terapia, sono legate alle antiche pratiche e credenze che rintracciavano aspetti magici e religiosi nei boschi, con i quali appunto si entrava in relazione. La silvoterapia definisce il contatto rigeneratore con le forze del mondo vegetale. Purtroppo oggi questo metodo è stato dimenticato quasi totalmente, poche persone ne sono ancora informate. Anticamente questa disciplina era legata alle forze ed energie che l’uomo poteva cercare e trovare nei boschi. Per i druidi gli alberi erano i custodi della foresta, dispensatori di forza vitale, protettori della fauna e possedevano anche il potere di guarire, da qui vi è la base della medicina celtica. Ovviamente ogni albero aveva un suo potere, e diverse caratteristiche. Gli alberi più importanti per i celti erano la betulla, il frassino, la quercia, il melo, il tasso, il salice e il sambuco.

Il fondamento scientifico è che nelle foreste sono molto presenti ioni negativi di ossigeno che stimolano i processi vitali, ma anche quelli psichici. Aiutano ad abbassare la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria, facilitano la respirazione dei malati polmonari cronici, favoriscono il sonno, migliorano le capacità cognitive e di attenzione. La silvoterapia è utilissima per tutti coloro che hanno carenze di ossigeno nei polmoni proprio perché le piante possono fornire ossigeno all’organismo.

La silvoterapia è stata riconosciuta agli inizi del secolo scorso, nel 1927, dove fu inglobata dalla balneoclima terapia e da allora viene vivamente consigliata. Oggi, questa pratica viene prescritta soprattutto alle persone affette da asma bronchiale, ipertensione arteriosa e bronchite ma anche a tutti coloro che soffrono di nervosismo e insonnia. Dunque si dovrebbero fare lunghe passeggiate nel bosco, nel parco o in campagna.

Lo scrittore e guaritore Romolo Mantovani indica in che modo ci posiamo rivitalizzare in caso di stress o affaticamento: “Appoggiate le spalle contro l’albero, il palmo della mano destra sul plesso solare, cioè alla bocca dello stomaco, e il dorso della mano sinistra sui reni, con il palmo che tocca l’albero. Restate così per circa venti minuti, molto calmi. Presto sentirete che il magnetismo della pianta passa in voi e vi dà forza e vitalità.”.  Abbracciare o stare in contatto con gli alberi non è obbligatorio, basta anche solo passeggiare in una foresta, per ritrovare la calma, migliorare la concentrazione, e anche per altri problemi quali lo stress e la depressione.

Stare immersi nella natura ci offre un rafforzamento per la nostra salute. Anche praticare esercizi fisici nei boschi, in particolare yoga, è molto consigliato per il maggiore apporto di ossigeno. La foresta ci aiuta a nutrire sia il nostro corpo che la nostra anima, per questo per i druidi i boschi erano veri e propri templi naturali.

Quindi non solo se si hanno problemi fisici ma anche se semplicemente si è stressati dalla vita caotica di tutti i giorni, se si vuole un momento per liberarsi dai pensieri negativi, per sentirsi un po’ meglio e riacquistare vitalità basta fare una passeggiata tra gli alberi e ritrovare se stessi.

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